Contro
l’usura, per la legalità e la vita: la fondazione “San Matteo
Apostolo” presenta dati e cifre di anni d’attività.
Della Sibaritide e della sua gente, a volte, si raccontano cose
terribili. La mafia, che pure c’è, copre col suo nero velo di
morte fantasia, impegno, intelligenza. Da qualche tempo ormai,
un affilato coltello cerca di squarciare silenzi e paura. È la
fondazione antiusura “San Matteo Apostolo”, diretta dal
sacerdote don Attilio Foscaldi, presidente della Caritas
diocesana cassanese. Un gruppo di uomini e donne, volontari
animati da fede cristiana e umana buona volontà, che si batte
contro la piaga dei cravattari di casa e cosa nostra.
Nata nel 1996, per volontà dell’allora Vescovo, monsignor Andrea
Mugione, la fondazione ha presentato, in questi giorni, dati e
risultati del proprio impegno. Numeri positivi, agevolati dalla
stretta collaborazione di un pool di istituti bancari: Banco
Ambrosiano Veneto, le Banche di credito cooperativo di Spezzano
Albanese, Albidona e Tarsia. Dettagli: <<Nel corso del 2003 –
rivela don Foscaldi, tra l’altro membro della Consulta nazionale
antiusura – delle 107 persone ascoltate, 62 hanno ottenuto in
finanziamento dalle banche con noi convenzionate. 24 sono state
invece le pratiche respinte perché prive dei requisiti di legge,
21 quelle ancora in attesa di risposta>>.
Non finisce qui. Dopo sette anni di frenetico attivismo, è
possibile delineare un bilancio complessivo ed esauriente.
<<Attualmente – ricorda don Foscaldi – la nostra fondazione
opera su tutto il territorio regionale, offrendo garanzia con i
fondi di prevenzione e solidarietà. Esaminiamo ogni anno almeno
150 richieste, e quasi sempre si tratta di casi drammatici>>.
Avanti con le cifre. <<Dal ’96 ad oggi - aggiunge il sacerdote
cassanese – abbiamo ascoltato 897 persone, di cui 787
provenienti dalla provincia di Cosenza, altre 81 da quella di
Reggio, 12 da Catanzaro, 9 da Vibo, 3 da Crotone e 5 da fuori
regione>>. Come è andata? <<167 – precisa don Foscaldi – sono
stati i pareri negativi rilasciati dalla stessa fondazione,
poiché i soggetti richiedenti non possedevano i requisiti di
legge. 730 sono state le pratiche presentate con nostra garanzia
presso le banche convenzionate. Di esse 445 sono andate a buon
fine>>.
Tradotto in soldini, fanno più di 12 miliardi delle vecchie
lire. Sottratti agli strozzini e rimessi nelle mani di
professionisti, imprenditori, casalinghe, famiglie. Una speranza
in più per un lembo di Calabria che sembrava aver smesso di
sperare. <<Il valore delle fondazioni – chiosa don Foscaldi –
non si misura sulla pretesa di contenere o annullare il fenomeno
dell’usura, ma sull’impegno di uomini e donne intenti a
coltivare una rivoluzione delle coscienze>>.
“San Matteo apostolo”: il lavoro continua.
Gianpaolo Iacobini |