Non sono bastati sei mesi al comune di Cassano per la stipula
di un contratto d’allaccio della corrente elettrica. Stanziare
mille e ottocento euro dalle disastrate casse dell’ente,
comporta un tempo non inferiore alle 24 settimane. Sarebbe stata
necessaria solo la modica cifra di tre milioni e seicentomila
delle vecchie lire per avviare le attività del centro di
aggregazione del Timpone Rosso.
Don Attilio Foscaldi, parroco della chiesa dei Sacri cuori di
Gesù e di Maria di Lauropoli, aspetta ancora davanti la sede
inaugurata lo scorso 6 novembre. Di quei soldi, si sono perse le
tracce, in qualche altrettanto precario ufficio
dell’amministrazione comunale.
Non hanno perso tempo, invece, i ladri. Entrare in un
appartamento nuovo, semivuoto, è semplicissimo. Il suo mancato
utilizzo, è quasi una giustificazione morale per qualsiasi
furto.
I ladruncoli hanno portato via tutto. Sono rimasti i muri e il
sogno di don Attilio: regalare ai giovani rom un’alternativa
alla malavita.
E già, perché gli zingari sono i grandi assenti della campagna
elettorale. Votano. Ma nessuno è disposto a votare per i loro
diritti. Solo don Attilio, quelli dell’associazione “il
Samaritano” e pochi altri volontari che operano in cooperativa
nella frazione di Garda, pregano e lavorano per i figli senza
nome di una viscida guerra. I bambini rom spariscono da un
giorno all’altro, insieme alle loro famiglie.
Nel centro di aggregazione del Timpone Rosso avrebbero trovato
accoglienza al piano terra; computer, giochi e cineforum al
secondo piano. Avrebbero potuto, ma don Attilio è solo. Nelle
stanze locali del governo, lo sanno bene. Il prefetto D’Amico,
negli anni novanta, aveva prestato orecchio a questo prete in
trincea. L’Aterp s’era mossa a concedere due stanze per ospitare
i progetti della parrocchia. Anche Carlo Ponte, commissario
chiamato a gestire l’ingestibile, aveva attivato i propri
strumenti amministrativi. Ma i Municipi sono fatti anche di
livelli intermedi, che non funzionano, a meno che non intervenga
la voce di un padrone.
E così don Attilio può aspettare. Insieme a lui, attende quel
paradiso, da sempre negato ai bambini rom.
Claudio Dionesalvi |