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Lunedì 2   Gennaio 2006   

Cassano - La Fondazione antiusura "S. Matteo Apostolo" - Il 2005 un anno di attività ; ne parla il presidente don Attilio Foscaldi

Il sovraindebitamento dovuto a interventri chirurgici di familiari, o a malattie temporanee, o a perdita del posto di lavoro, o alla gestione poco responsabile delle finanze familiari o aziendali spingono spesso verso forme di indebitamento che non consentono più l’accesso al credito ordinario presso le banche e quindi sospingono le persone nelle mani degli strozzini. Queste sono le conclusioni alle quali giungono i responsabili della Fondazione antiusura S. Matteo apostolo di Cassano che opera in tutta la Calabria ormai da oltre dieci anni. La fondazione, voluta da un gruppo di volontari e promossa dall’allora vescovo di Cassano mons. Andrea Mugione (oggi presidente di analoga fondazione a Crotone) gestisce i fondi dello Stato in forza della legge sull’antiusura e antiracket dal 1996. Per conoscere come vanno le cose, abbiamo chiesto al presidente della Fondazione, don Attilio Foscaldi, il bilancio delle attività del 2005. “Nel 2005 abbiamo avuto qualche ascolto in meno rispetto al 2004, sono stati casi di famiglie e di piccoli operatori economici che si sono rivolti alla fondazione per accedere ai fondi del ministero del tesoro, attraverso le banche convenzionate con noi. Non tutte le richieste sono state accolte perché non ricorrevano, per molti dei richiedenti, i presupposti contemplati dalla legge. Molto spesso io e i miei collaboratori, che fanno parte del gruppo di ascolto, ci sentiamo impotenti e sconfortati da tanti casi che dal punto di vista umano andrebbero tutti aiutati a braccia aperte: però spesso la legge non ci consente di accogliere le varie richieste”. Da dove provengono, chi sono e perché si rivolgono alla fondazione le persone che chiedono aiuto? “ Dal 1996 ad oggi abbiano ascoltato ben 1.117 casi, 148 nel 2004 e 106 nel 2005. Le persone provengono oltre che dalle province calabresi anche dalle province di Taranto, Potenza e Messina: specialmente coloro che provengono da fuori regione non li possiamo aiutare per difetto di giurisdizione e carenza di requisiti, e perciò cerchiamo di indirizzarli verso le fondazioni consorelle esistenti nelle regioni di provenienza. Per quanto concerne le attività devo purtroppo constatare che il fenomeno del sovraindebitamento e il rischio di cadere nelle mani degli usurai è comune a molti: da noi sono venuti lavoratori dipendenti, pubblici e privati, i quali, allettati dalle facili propagande, si indebitano in modo sproporzionato con più di una finanziaria, con l’impegno di iniziare a pagare fra un anno, senza che abbiano la certezza di avere un maggior reddito.” Vi sono tra questi anche professionisti e commercianti? “Sì, certamente, dopo i lavoratori dipendenti seguono i commercianti, gli artigiani e i piccoli imprenditori. Per questa categoria devo precisare un fatto. Quando queste persone ci chiedono di essere ascoltate, ci accorgiamo che la causa dell’indebitamento è il ritardo dell’accredito di somme previste dalla legge, da parte della pubblica amministrazione. Gli artigiani si lamentano che la banca alla quale si sono rivolte per un prestito per l’attività non è stata istruita per tempo e che i debiti sono lievitati; gli altri enti che hanno finanziato l’imprenditoria femminile o il prestito d’onore, o l’avviamento di altre attività anche di carattere agricolo, non hanno corrisposto nei termini previsti, le somme erogate anni prima. Come si vede la responsabilità è dei richiedenti che non hanno contratto quello che noi chiamiamo il “debito responsabile”, però è altrettanto vero che la pubblica amministrazione e le banche fanno il resto per ridurre sul lastrico giovani lavoratori, laboriosi padri di famiglia e anche professionisti e pensionati”. Lodevole l’azione della fondazione di Cassano, ma spesso non riesce ad esaudire le numerose richieste.


Martino Zuccaro

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